Eccolo.
È arrivato Ogni Mai Più (Vol. 1), il mio nuovo lavoro, prima parte di una trilogia che proseguirà nel corso dei prossimi mesi.
Scritto, suonato e prodotto da me.
Mixato da Marco Olivi.
Masterizzato da Giovanni Versari.
Pubblicato da Vetro Dischi e distribuito da The Orchard.
Quando esce un nuovo disco è sempre una bella sensazione, fiduciosa.
In questo momento voglio descrivere questo lavoro con poche parole giuste piuttosto che con tante dispersive.
Da un certo momento in poi inizia a diventare difficile definirsi. Le persone che siamo o siamo stati cominciano a essere un po’ troppe, alcune in contrapposizione tra loro. Convivono però. I piani del tempo si fondono e non sappiamo più quali ideali rappresentiamo. Le cose a cui credevi una volta che significato hanno oggi? Dove sono le persone che avresti voluto essere?
Il tempo è una strana fisarmonica di opposti. Circolarità e unicità. Nulla si ripete ma tutto è ciclico.
Nonostante questo vortice auto riferito, questa è un’opera che non parla di me. Parla di una sensazione, la sensazione di essere inseriti tutti in un contesto, una struttura, un secolo in cui è in atto un’opera di svalutazione. Di tante cose. Delle promesse, delle informazioni, degli obbiettivi, delle capacità, dei percorsi, delle esperienze, delle emozioni, delle relazioni. Mentre vediamo il nostro universo ripiegato nella svalutazione di tutto ciò che ce lo rende famigliare, senza rendercene conto anche noi ci svalutiamo, somigliando sempre più a fantasmi. Ci trasformiamo in individui senza più convinzioni, solo ricordi. In questa naturale evoluzione della società dei consumi, i veri consumati siamo noi.
Ogni Mai Più è una mia piccola indagine sull’alienazione, credo.
Al Meno Uno è un viaggio onirico di cemento e lamiere, Gente Di Successo e La Vita Immaginata sono una lotta contro la capitalizzazione del sentimento, Buona Miseria è una commedia agrodolce ma arrabbiata e Futuro è una visione dentro le possibilità di ciò che verrà, assonnata come un risveglio.
La copertina è una foto straordinaria dei giardini di Porta Venezia quando erano uno zoo.
Inizia un percorso che spero mi sarà difficile raccontare con le parole. Se così fosse, significherà che avrò fatto qualcosa di bello. Qualcosa di utile.
Più di tutto vorrei sentire o leggere le vostre, di parole. Probabilmente è tutto ciò che conta.
Grazie a chi vorrà partecipare, in qualsiasi modo.
A prestissimo,
Brennekedo